Il vescovo Žanić e Medjugorje

In questi giorni è stata pubblicata a Mostar una monografia intitolata “Il vescovo Žanić e Medjugorje”, edizione della rivista pastorale Crkva na kamenu [„La Chiesa sulla roccia“]. La pubblicazione contiene 31 documenti del ministero episcopale di Žanić: 1981-1993, le sue principali dichiarazioni e reazioni al fenomeno di Medjugorje (pp. 25-172).

Nella prefazione (pp. 7-10), don Željko Majić, vicario generale delle Diocesi dell’Erzegovina, che da sette anni segue in questa veste ecclesiastica gli eventi di Medjugorje, scrive: “Raccomandando questo libro al lettore in cerca della verità, speriamo sinceramente che questa raccolta di documentazione sul ‘fenomeno di Medjugorje’, accompagnata da osservazioni introduttive e conclusioni riguardanti alcuni documenti, scritte dal suo successore, possa ampiamente compensare ciò che il vescovo Žanić avrebbe voluto mettere insieme e inserire in un suo libro progettato 30 anni fa, che non vide la luce per l’iniquità dei tempi”.

L’introduzione (pp. 15-24) e le principali annotazioni e i commenti sui singoli documenti, come già accennato, nonché la conclusione generale e la presentazione delle argomentazioni del vescovo Žanić sulla falsità del “fenomeno di Medjugorje” (pp. 176-186) sono stati scritti dal vescovo Perić, che nel 1993 è succeduto a Mons. Žanić, e nel settembre scorso, per decisione di Papa Francesco ha consegnato il governo diocesano al suo successore, Mons. Petar Palić.

Nelle appendici, alla domanda se Mons. Žanić fosse un “agente della polizia segreta“, si risponde con tre articoli (pp. 187-207), sulla base della documentazione resa disponibile dagli archivi di Stato. Attacchi sfrenati durante la vita del Vescovo, intensificati dopo la sua morte con un libro del 2011 e un film del 2017, avevano l’obiettivo di compromettere l’autorità del Vescovo supponendo che sarebbe venuta alla ribalta la veridicità delle “apparizioni” e dei “messaggi” di Medjugorje. Ma se il vescovo Žanić dice la verità nei suoi discorsi, allora i “messaggi” di Medjugorje, specialmente quelli che gli sono stati inviati dai „veggenti“, sono indegni del nome della Beata Vergine Maria!

Il registro dei nomi (pp. 209-212), compilato da T. Šarac, consente una facile navigazione nella ricerca dei partecipanti all’evento di Medjugorje. Alla fine, sono state copiate le copertine di quattro monografie sul vescovo Žanić: La verità è quella che libera, del 1992; Specchio della giustizia, del 2001; La verità vi renderà liberi, del 2006 e In fide, spe et caritate, del 2018, tutte contenenti anche la posizione del Vescovo sul detto fenomeno.

Pavao Žanić (1918-2000), vescovo coadiutore (1970-1980) e ordinario del luogo (1980-1993), nominato dal Papa, fu chiamato da Spalato a Mostar per risolvere in primo luogo il “caso erzegovinese”. Il governo francescano all’epoca assicurava ai Responsabili della Sede Apostolica che questo problema poteva essere facilmente risolto solo se il vescovo candidato fosse venuto non dall’Erzegovina ma da un’altra regione. Dopo l’ordinazione episcopale nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Mostar, il 2 maggio 1971 – 50 anni fa – il nuovo Vescovo coadiutore si impegnò a risolvere la dolorosa questione. I primi risultati dei numerosi incontri, delle trattative, di domande e risposte a Mostar, a Zagabria, a Roma sono stati raccolti nel decreto della Santa Sede “Romanis Pontificibus” del 1975, che in modo speciale fu confermato da S. Paolo VI, Papa (1963-1978), che ne ordinò anche la pubblicazione. Ma poi si è instaurata una disobbedienza radicale che ha ostacolato l’attuazione del Decreto, a prescindere dal vescovo “forestiero”!

A metà del 1981, si sparse in Erzegovina e nel mondo la voce delle presunte apparizioni della Beata Vergine Maria, che, secondo la Cronaca delle apparizioni della parrocchia di Medjugorje, solo il 12 ottobre 1981, alla domanda: “Sei la Madre di Dio?“, rispose: “Io sono Madre di Dio e Regina della pace”. Il Vescovo di Medjugorje competente fu appunto Mons. Žanić, che nei primi mesi si dimostrò aperto all’idea che Iddio stesso avesse inviato la Beata Vergine Maria per risolvere il secolare problema dell’Erzegovina riguardante le parrocchie, sebbene sin dall’inizio avesse avuto a tale proposito un messaggio della “Madonna” secondo cui “i frati hanno ragione”! Tutta la ricerca di una soluzione a ciò da parte del Vescovo è contenuta in trenta documenti pubblicati qui per la prima volta in un unico volume, in ordine cronologico. Il lettore può seguire il percorso degli eventi nell’ottica del vescovo Žanić.

Questa monografia documentaria dissolve le obiezioni nei riguardi del vescovo Žanić, accusato di aver cambiato il suo iniziale atteggiamento benevolo nei confronti di Medjugorje, in primo luogo, sotto la pressione del clero diocesano, che gli avrebbe chiesto di prendere una posizione unanime sul fenomeno di Medjugorje, e in secondo luogo, sotto le minacce delle autorità comuniste, in quanto se non si fosse opposto al fenomeno di Medjugorje, sarebbe stato messo in prigione e destituito dall’episcopato! Queste ricostruzioni fantasiose sono uscite dalla “scuola” di Medjugorje nel 1985 e si ripetono fino all’ultimo libro pubblicato dai sostenitori del fenomeno di Medjugorje. Qui si risponde, con documenti, che tali ricostruzioni sono assurde e calunniose.

Il lettore vedrà quanta manipolazione ci sia stata sia delle persone che della verità sin dall’inizio e quanto ci sia voluto per sbrogliare una matassa intricata e prendere una posizione convincente sulla falsità delle apparizioni. “La verità non ritarda neanche quando – è tardi! Dio ha garantito alla verità un’eternità felice, non alle bugie!

Izvor: Crkva na kamenu