Con quale autorità l’arcivescovo Hoser proclama Medjugorje santuario?

Nella luce dell’Avvento e della stagione natalizia di gioia, pace e amore, quando potrebbe sembrare inappropriato fare critiche inutili, un argomento importante che merita davvero un’analisi critica è passato quasi inosservato. Per essere più precisi, quelli che hanno approvato si sono rallegrati, mentre gli altri si sono per lo più astenuti da commenti pubblici. Si tratta di una serie di affermazioni contraddittorie e strane del vescovo di Varsavia-Praga e arcivescovo ad personam, Henryk Hoser, che Papa Francesco ha nominato l’11 febbraio 2017 come suo inviato speciale per Medjugorje. Attraverso la sua visita in loco, ha valutato la situazione pastorale in questa parrocchia dell’Erzegovina per poi suggerire le misure da prendere.

L’Arcivescovo Hoser ha compiuto questa visita nell’aprile di quest’anno e, secondo la nostra valutazione, essa è stata molto superficiale e parziale, come abbiamo evidenziato nel testo Il fanatismo di Medjugorje e l’inviato papale Arcivescovo Hoser. Una visita così superficialmente eseguita ha determinato confusione e dubbi, ma ciò non ha impedito all’inviato pontificio di compromettere la decisione della Santa Sede, con le sue dichiarazioni controverse, ignorando completamente il vescovo locale di Mostar-Duvno, mons. Ratko Perić, per forzare l’attribuzione del titolo di santuario a Medjugorje il più presto possibile. Nelle interviste che ha recentemente concesso al sito religioso Aleteia.org (7 dicembre) e al quotidiano italiano Il Giornale (10 dicembre), in particolare con le sue affermazioni secondo cui Medjugorje è ora diventato un santuario e che i pellegrinaggi ufficiali sono consentiti, ha dimostrato una ancora più profonda mancanza di rispetto verso l’autorità della Santa Sede e verso il vescovo Perić, come ora vedremo.

Per comprendere più chiaramente ciò che Hoser ha fatto, è bene fare in primo luogo alcuni riferimenti al Codice di Diritto Canonico, per spiegare cos’è un santuario e chi può approvarlo. Così, nel Libro IV, intitolato La funzione di santificare della Chiesa, nella parte terza, che si riferisce ai luoghi e ai tempi sacri, troviamo cinque canoni (1230-1234) dedicati ai santuari. Analizzeremo brevemente i primi tre canoni qui e proveremo a valutare quanto l’arcivescovo Hoser li rispetti o li ignori.

Il Can. 1230 stabilisce: “Col nome di santuario si intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per un peculiare motivo di pietà, si recano numerosi in pellegrinaggio con l’approvazione dell’Ordinario del luogo.” Ciò che è particolarmente importante notare qui è il fatto che i pellegrinaggi a Medjugorje non sono mai stati approvati dall’ordinario locale, ma, al contrario, credenti e sacerdoti sono stati regolarmente avvertiti dell’errore di tali culti devianti e del fatto che Medjugorje non è un autentico luogo di apparizioni.

I Cann. 1231 e 1232 distinguono tre tipi di santuari e determinano chi li approva. Esistono quindi i santuari diocesani, la cui approvazione è sancita dall’ordinario locale competente; poi i santuari nazionali, il cui status è regolato dalla conferenza episcopale, e poi i santuari internazionali, che sono governati esclusivamente dalla Santa Sede. È chiaro quindi, da quanto già affermato, che Medjugorje non è, né si può prevedere che mai diventi, un santuario diocesano, perché non esiste alcuna approvazione da parte dell’ordinario locale.

Medjugorje non è neanche un santuario nazionale, poiché non è mai stato approvato da una Conferenza episcopale; né dalla Conferenza episcopale della Jugoslavia che è stata competente fino al 1991, né dalla Conferenza episcopale della Bosnia-Erzegovina che ora è competente. Inoltre, i vescovi della Conferenza episcopale della Jugoslavia, durante la loro assemblea a Zara il 10 aprile 1991, hanno emesso una dichiarazione in cui affermavano esplicitamente che sulla base delle indagini sino ad ora svolte non si può affermare che tali eventi costituiscano apparizioni o rivelazioni soprannaturali. Nel 1984 e nel 1985, attraverso due loro interventi, hanno invitato i credenti ad attendere la decisione della Santa Sede e a non organizzare pellegrinaggi. Nessun altro provvedimento ufficiale è stato preso dalla precedente o dall’attuale conferenza episcopale competente, il che significa che Medjugorje non può in alcun modo essere intesa come attuale e probabilmente nemmeno come futuro santuario nazionale.

Prendendo in considerazione il possibile status di santuario internazionale, si dovrebbe anche notare che la Congregazione per la Dottrina della Fede è intervenuta più volte e ha chiarito che l’organizzazione di pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje non è consentita (per esempio, 23 marzo 1996, 19 giugno 1996, 26 maggio 1998). Ciononostante, la Commissione del Cardinale Camillo Ruini, sotto l’autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha indagato sul fenomeno di Medjugorje dal 2010 al 2014, e ha compiuto un significativo cambiamento rispetto a tutte le precedenti dichiarazioni ufficiali, suggerendo la proposta di riconoscere come autentici solo i primi sette (o dieci) giorni delle apparizioni. Nonostante il lavoro di questa commissione, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha condotto delle indagini per conto proprio dal 2014 al 2016.

Il prefetto dell’epoca, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, contrariamente alla proposta della commissione del cardinale Ruini, ha chiarito che il ministero pastorale non può basarsi su false fondamenta, chiarendo così che Medjugorje non è riconosciuta come luogo autentico di apparizioni della Madonna. Da allora, la Santa Sede non ha avuto una posizione chiara, perché a volte sembra piegare da una parte e altre volte da un’altra.

In ogni caso, data l’autorità della Santa Sede per l’approvazione dello status di santuario internazionale, sembra ragionevole concludere che gli articoli dei due canoni sopra citati stabiliscono che solo attraverso una decisione concreta, cioè attraverso un documento scritto, un determinato luogo può essere dichiarato santuario internazionale. Questo, quindi, non può essere fatto da un inviato, specialmente da uno che ha solo il compito di valutare la situazione. Ci chiediamo quindi con quale autorità e con quale diritto l’Arcivescovo Hoser, senza avere in mano alcuna decisione concreta da parte della Santa Sede, affermi che Medjugorje sia diventato improvvisamente un santuario e che i pellegrinaggi ufficiali sono stati autorizzati. Tali decisioni, infatti, non sono mai state e, si spera, non saranno mai prese con il passaparola, soprattutto non da qualcuno che quasi certamente non ha l’autorità per farlo. Inoltre, è da notare che un rappresentante dell’ufficio stampa della Santa Sede ha rilasciato una dichiarazione per il sito web Vatican Insider, dopo la prima intervista di Hoser (9 dicembre), sostenendo che papa Francesco non ha preso nuove decisioni riguardo a Medjugorje. Questo significa implicitamente che le dichiarazioni di Hoser dovrebbero essere trattate come un’opinione personale.

Per quanto abbiamo potuto notare, l’inappropriatezzadi questa elusione dell’autorità della Santa Sede e il rifiuto totale della giurisdizione di mons. Ratko Perić sono stati denunciati solo sul sito web di Crkva na kamenu (La Chiesa sulla roccia) con il testo intitolato: Istruzioni per i “pellegrini di Medjugorje?” (in inglese e in italiano), firmato da M.G., e con altri testi della direttrice del blog Exsultet – Marilena Babić: No, i pellegrinaggi a Medjugorje non sono ammessi! e Sono permessi i pellegrinaggi a Medjugorje? Questi testi sollevano questioni molto importanti, che dovrebbero essere affrontate anche qui.

Prima di tutto, l’autore M.G., riferendosi alla dichiarazione della Santa Sede dell’11 febbraio 2017, che indicava chiaramente che il completamento della missione pastorale dell’arcivescovo Hoser era atteso entro la fine dell’estate del 2017, si chiede sulla base di quale autorità Hoser abbia rilasciato le sue dichiarazioni al sito web e al quotidiano sopra menzionati, dopo la scadenza del suo mandato di inviato papale? Inoltre, il giorno successivo alla pubblicazione dell’intervista sul sito web Aleteia.org, l’8 dicembre 2017, Papa Francesco ha ufficialmente accettato le sue dimissioni, avendo egli raggiunto i 75 anni, il che solleva ulteriori domande sulle strane affermazioni pubbliche di Hoser, appena prima e dopo il suo ritiro.

L’autore M.G. sottolinea poi il livello di confusione delle dichiarazioni dell’arcivescovo Hoser, dato che le due interviste, anche se rilasciate a distanza di soli tre giorni, sono essenzialmente contrastanti. La prima–rilasciata al sito web Aleteia.org –sembra essere una dichiarazione affrettata e imprudente, mentre la seconda – a Il Giornale – una mitigazione delle prime affermazioni. Così, Hoser, nella sua prima intervista, ad esempio, afferma che il culto di Medjugorje è permesso, nella seconda afferma che i pellegrinaggi sono consentiti ma che le apparizioni non sono state approvate. Nella prima dichiara che le diocesi e le altre istituzioni ora possono organizzare pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje e che non ci sono problemi, tuttavia nella seconda ancora una volta distingue tra culto e apparizioni, sottolineando che si può andare liberamente a Medjugorje per venerare, perché non è richiesto il permesso di pregare la Madonna, ma non ci si può andare per le apparizioni. Nella prima elogia la vita familiare dei veggenti come un esempio a cui guardare e dà l’impressione che tutto ciò che li circonda sia accettabile, mentre nella seconda ammette che il problema dei veggenti non è stato ancora risolto. Nel primo afferma che la Dichiarazione della Conferenza episcopale della Jugoslavia del 10 aprile 1991 non si applica più, tuttavia, nella seconda, afferma che il Vaticano sta ancora lavorando alla stesura di un nuovo documento, che è presso la Segreteria di Stato, e che la decisione di Papa Francesco è in sospeso.

In altre parole, M. G. riassume splendidamente le dichiarazioni di Hoser dicendo che sono ammessi pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, ma in realtà non lo sono; è permesso il culto di Maria a Medjugorje, ma tale culto dovrebbe essere separato dalle apparizioni; Medjugorje come luogo delle apparizioni è autentico, ma questo non è tanto importante dal momento che per pregare la Madonna non è necessario un permesso; non ci sono più problemi, ma il problema dei “veggenti” non è stato ancora risolto; la dichiarazione della Conferenza episcopale jugoslava non è più valida, ma non si sa chi l’ha revocata e quando.

Tutto quanto sopra detto conferma la nostra precedente affermazione secondo cui l’Arcivescovo Hoser è caduto nella rete del fanatismo di Medjugorje, cioè è stato accecato dai cosiddetti frutti di Medjugorje e dal desiderio di dichiarare Medjugorje santuario. È diventato un così grande sostenitore, che sembra che non si preoccupi più della dignità o della credibilità delle sue parole. Invece, esprime una incoerenza dopo l’altra e una contraddizione dopo l’altra.

Quindi, ancora una volta chiediamo con quale autorità e con quali intenzioni l’Arcivescovo Hoser ha proclamato Medjugorje santuario, senza una decisione autorevole della Santa Sede, ignorando deliberatamente tutte le precedenti decisioni su Medjugorje (si può leggere di più su questo nei testi del redattore di Exsultet) e fuorviando migliaia e migliaia di pellegrini, che ora, guidati da molti vescovi e sacerdoti, attuano in buona fede “pellegrinaggi ufficiali” e diffondono le eresie di Medjugorje. Tuttavia, non è bello essere troppo duri, perché solo Dio conosce i motivi che stanno muovendo l’arcivescovo Hoser. Cioè, si potrebbe pensare che lo faccia con la coscienza pulita. Tuttavia, viste le molte possibili conseguenze negative che il fanatismo di Medjugorje produce e al quale egli ha ampiamente aperto le porte, è davvero necessario pregare con amore fraterno per lui e per tutti coloro che a loro modo promuovono le menzogne ​​di Medjugorje.

Snježana Majdandžić-Gladić
Vjera i djela (La Fede e le Opere) 28 dicembre 2017

Izvor: Crkva na kamenu